Le assaggiatrici - Rosella Postorino

Quando termino una lettura che ho amato e che mi ha coinvolta, ho sempre molta difficoltà a mettere nero su bianco i miei pensieri, per il timore di non rendere pienamente giustizia. È quello che è successo anche con questo romanzo, avrei voluto pubblicare la recensione ieri, in omaggio alle donne, ma ho avuto bisogno di  lasciar sedimentare ancora le sensazioni. 
Titolo: Le assaggiatrici • Autrice: Rosella Postorino • Editore: Feltrinelli • N.pagine: 287 • Anno di pubblicazione: 2018 •  Copertina flessibile € 17,00 • Ebook € 9,99

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.


Questo romanzo prende spunto dalla storia di Margot Wölk, una donna che a novantasei anni decise di rendere pubblico il suo ruolo all'interno del secondo conflitto mondiale, confessando di essere stata una "assaggiatrice di Hitler", una donna pagata per assaggiare il cibo che sarebbe poi stato servito al Führer, per scongiurare il pericolo che venisse avvelenato.


Margot Wölk con Hitler • Fonte: Il Secolo XIX

Rosella Postorino, prendendo spunto da questa notizia, ci racconta uno spaccato di storia e attraverso le vicende di Rosa Sauer ci fa conoscere un aspetto di quel periodo storico diverso da quelli che vengono abitualmente narrati, ma non meno orribile.
Rosa è una cittadina tedesca, non è vittima delle persecuzioni naziste, ma ugualmente prigioniera della follia umana. Rimasta orfana dei genitori, sposata da poco con Gregor, partito anche lui per il fronte, si trasferisce dai suoceri, che abitano a Gross-Partsch, non lontano dal bunker che ospita il Führer. Qui è a tutti gli effetti una straniera, lei che arriva da Berlino, e quando viene arruolata dal comando nazista per diventare una assaggiatrice si trova a dover condividere questa esperienza con un gruppo eterogeneo di donne, accomunate da un unico elemento: la paura, che genera diffidenza anche verso chi dovrebbe essere amico.
Ogni giorno queste donne godono di un privilegio negato alla maggior parte della popolazione, la possibilità di consumare pasti regolari e saporiti, salvo poi scrutarsi a vicenda per leggere le reazioni che quel cibo provoca ai loro corpi, con il terrore di scorgere nelle altre qualche spasmo o altri sintomi di avvelenamento. 

"Ma chi avrebbe mai preferito la vita eterna alla sua vita qui sulla Terra? Io no di certo. Ingoiavo il boccone che avrebbe potuto uccidermi come fosse un fioretto, tre fioretti al giorno per ogni giorno della novena natalizia. Offri al signore la fatica dei compiti, la tristezza per il pattino che si è rotto o il tuo raffreddore, diceva mio padre, quando la sera pregava con me. Guarda questa offerta, allora, guardala: offro la mia paura di morire, il mio appuntamento con la morte rimandato da mesi e che non posso annullare ...  La paura entra tre volte al giorno, sempre senza bussare, si siede accanto a me, e se mi alzo mi segue, ormai mi fa quasi compagnia."

Su tutta la narrazione aleggia la presenza del Führer, pur non essendo mai fisicamente presente, e a lui sono dedicate due pagine, un breve capitolo nel quale la protagonista è sempre lei, la paura, che questa volta accompagna colui che la genera negli altri pur non essendone affatto immune.
Ed è proprio la rassegnazione alla paura uno degli elementi che più mi ha colpito di questo romanzo, la consapevolezza che finché c'è paura c'è vita, quasi fosse un antidoto alla morte, la capacità di adattarsi a tutte le situazioni in cambio della sopravvivenza, di quello spirito innato nell'essere umano, che lo porta a superare difficoltà immani e che quando viene a mancare rende impossibile anche il minimo gesto quotidiano. 
Rosella Postorino ha uno stile asciutto, diretto e molto incisivo, capace di delineare le emozioni più profonde in maniera tagliente, tanto da farle entrare direttamente nell'animo del lettore, conducendolo per mano nei più profondi meandri delle emozioni umane, in particolar modo nella psiche femminile, incredibilmente forte e allo stesso tempo fragile.

"Perchè, da tempo, mi trovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana."

Una narrazione che scorre fluida fino ad un epilogo inaspettato e commovente.
Un romanzo che andrebbe letto in ogni dove, a monito di quanto devastanti siano le guerre, non solo in  termini fisici, ma soprattutto in termini di annientamento degli individui e della dignità umana.
Un libro che una volta letto, non si dimentica.







Commenti

  1. Mai visto un voto così alto. Mi sa che lo aggiungo alla lista dei libri da leggere

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  2. Anche per me un 5 pieno pieno. Un grande romanzo.

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    1. Credo di poter dire che di questo romanzo sentiremo parlare a lungo.
      Bacioni

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    1. Non l'hai ancora comprato? Male, malisssssimo ;)
      Non puoi non leggerlo, perderesti un gioiellino.

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  4. Ciao! questa recensione mi interessa particolarmente perchè hanno proposto questo libro al book club al quale appartengo.... Ero titubante, ma dopo la tua recensione devo dire che varrà sicuramente la pena leggerlo!

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    1. Credimi, ne vale assolutamente la pena. Sia per la storia che per lo stile di scrittura.
      Buona lettura e ripassa a dirmi se ti è piaciuto ;)

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  5. Bella recensione, voglio leggerlo ora!

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